Grafemi asemici” mostra di Franco Panella alla Stanza di Carta di Piero Onorato a Palermo.
Libri oggetto e scrittura asemica per un altro, vero sapere.
Di Piero Montana
Franco Panella nel suo operare nell’ambito della scrittura asemica si è sempre distinto per le sue innovazioni, infatti le diverse soluzioni alle quali il nostro artista perviene lavorando in quest’ambito sono tutte molto interessanti e originali. Basti pensare alle sue terracotta graffiate, che rinviano alle spaccature nel terreno procurate dal sisma, dove queste “lineature” divengono scrittura di profondi sommovimenti geologici, scrittura della terra e non dell’uomo che può solo osservarla esternamente senza comprenderla appieno ossia senza entrarci dentro, penetrarla. Questa assenza di comprensione diviene allora la chiave del suo alfabeto sconosciuto e dei singoli grafemi che lo compongono. Ma attenzione questa stessa assenza di comprensione per Panella diviene la vera comprensione perché l’artista nei suoi lavori non si preoccupa di comprendere questo o quello, qualcosa di contingente, che più ci è vicino o caro, qualcosa a cui il nostro io, la nostra persona, la nostra soggettività sono interessati in un intrinseco processo di appropriazione, essendo tutta l’attenzione dell’artista qui rivolta ad un altro sapere, un sapere altro dal contingente, il solo che possiamo fare nostro. Il sapere a cui Panella rivolge la sua attenzione è un sapere non reificabile, non cosificabile, un sapere che non si lascia comprendere ossia catturare in concetti stabili, limitati, definiti. In questa sua ricerca di un vero sapere ossia di un sapere altro Panella lega l’avventura della sua arte a quella della scrittura asemica, ossia di una scrittura che si è sgravata, liberata dalla pesantezza dei significati. La scrittura asemica finisce così per diventare per il nostro artista una felice terra d’approdo, una terra dove egli può impiantarsi per far meglio fruttificare la sua ricerca continua di un sapere diverso, distinto dal nostro abituale comprendere. ‘Che il suo si tratta di un sapere ce lo conferma questa sua bellissima mostra “Grafemi asemici” alla libreria palermitana di Piero Onorato. Infatti in questa mostra il nostro artista ha esposto 65 opere, tutte di piccolo formato, molte delle quali sono costituite da libri oggetto. Ora il libro oggetto è un’opera emblematica, perché racchiude un sapere non maneggevole, non sfogliabile, non consultabile, ma è tuttavia un’opera che essenzialmente al sapere rinvia, anche se in questo caso si tratta di un sapere che solo si presume contenuto in esso. Infatti se il libro in quanto non sfogliabile, non consultabile si riduce ad un oggetto che, per così dire, ha la sua preminenza sul suo contenuto è perché in questo caso il libro manifesta il suo aspetto assoluto, quello di contenitore di tutti i contenuti con l’esclusione di quelli contingenti, particolari, che verrebbero a limitarlo, a restringerlo in singoli volumi. In parole povere il libro oggetto non è che la realizzazione ideale del libro, di un libro che in sé può accogliere tutti i contenuti possibili che in quanto tali non possono essere ridotti in maniera esclusiva solo a qualcuno di essi, che finirebbe per limitare l’illimitatezza del nostro pensiero in rapporto all’illimitatezza di un sapere sempre altro, che è quello in definitiva vero ossia proprio di un sapere assoluto. Di solito di questo libro oggetto si sogliono mostrare solo due sue pagine aperte. Panella invece in alcune sue realizzazioni, rende il libro oggetto sfogliabile ossia contenente diverse pagine, che si possono singolarmente consultare. Ma in queste pagine non c’è ombra di sapere, per come siamo abituati a concepirlo. Queste sono infatti pagine per lo più astratte che hanno in sé richiami alla scrittura asemica, a un verbo spirituale che ha fatto il vuoto di ogni contenuto semantico e persino di se stessa lasciando sussistere in esse solo le tracce, forse le righe in cui questa stessa scrittura asemantica con molta probabilità era stata iscritta. Ma questa iscrizione non è neppure certa perché l’artista l’affida solo alla nostra immaginazione. Infatti non si tratta nelle opere di Panella di una scrittura cancellata come nel caso di Isgrò, ma di una scrittura reale solo nella sua irrealtà, nel suo confidare alle possibilità del nostro immaginario. Nell’ambito dell’asemismo questi sono i risultati più geniali e rivoluzionari di Panella. Il nostro artista infatti non riduce per lo più la scrittura a un’assenza di senso, privandola di significati, ma si spinge coraggiosamente in una nuova avventura, finora mai tentata, quella di privare la scrittura asemica persino dei significanti. E’ in questa ricerca di vuoto, che il nostro artista più ci convince per la sua originalità, perché questo vuoto non diventa solo assenza di contenuti semantici, ma di segni, sia pure illeggibili, che in qualche modo nella loro sussistenza potrebbero rinviare a questi contenuti. Certo Panella non è sempre così rigoroso in questo suo operare nell’ azzeramento dei segni nella loro totalità. L’artista deve molto alla scrittura asemica, per cui non tende mai a sbarazzarsi completamente di essa, anzi molte delle sue opere presentano pagine bellissime di scrittura asemantica anche se essa è dipinta, stampigliata a volte sopra pagine o frammenti di pagine di giornali con in evidenza anche scritte con corrispondente senso compiuto. Panella inoltre è un artista poliedrico che oltre all’asemismo ha rivolto la sua attenzione alla pittura figurativa. Molto interessanti in questa mostra palermitana sono i suoi paesaggi astratti in cui casualmente in un angolo sono dipinti, raffigurati mozziconi, cicche spente di sigarette. Questi quadretti, si tratta infatti di opere di piccole dimensioni, vogliono rappresentare le tracce che l’uomo lascia incurante dietro di sé, tracce contenenti quel veleno che è la nicotina, un veleno in grado da farci ammalare gravemente se di sigarette, di nicotina facciamo per l’appunto abuso. Per questo i paesaggi di questi quadretti sono così, come dire, desolati perché intossicati da questo veleno, che pur consumato dall’uomo, lascia dei residui ed inquina. Seppure spenti questi mozziconi di sigarette sembrano ammorbare l’aria pur con la loro piccola quantità di veleno canceroso. Particolarmente sensibile ai guasti, ai mali del fumo Panella tuttavia non vuol fare con queste sue opere una propaganda anti smoking. Le sue sono essenzialmente opere di poesia dove l’avvelenamento dell’uomo e del paesaggio hanno certo un posto ma assai contenuto nel generale pessimismo della sua Weltanschauung.